L’Autore è nato a Omegna nel novarese nel 1861 e morto assassinato nelle foreste del Paraguay nel 1901-1902, in circostanze non ancora del tutto chiarite.
“La vita di Boggiani è molto interessante sia per la qualità artistica sia per la caparbia esplorazione delle selve «selvagge e aspre e forti» del Paraguay, inferni e paradisi di timbro dantesco per i quali egli provò una irresistibile e fatale attrazione. Le sue pubblicazioni e i diari di viaggio sono preziose miniere di notizie e di appunti conservati in vari musei europei e valorizzati da Claude Lévi-Strauss in Tristi tropici. Boggiani coltivò la seduzione dell’esotico che nel secondo Ottocento catturò anche Rimbaud, Stevenson e Gauguin: il desiderio di lasciare la civiltà per cercare le «terre vergini», nella scia del mito settecentesco del buon selvaggio di Rousseau. Per cui, da artista affermato, egli scelse di conoscere meglio il mondo e sé stesso incontrando le radici incontaminate dell’umanità. Passando così dall’estetizzante compagnia del coetaneo Gabriele d’Annunzio e di Edoardo Scarfoglio, con i quali condivise nel 1895 la crociera in Grecia sullo yacht «Fantasia», agli indigeni cannibali delle foreste sudamericane del Chaco paraguayo.”
Testo di Gino Ruozzi dalla recensione di una recente biografia di Boggiani di Laura Pariani edita da “La nave di Teseo”.
180 € |